DUCHESSA e le disavventure di una donna miope
Lavinia Cioli – “DUCHESSA e le disavventure di una donna miope”
Narrativa
[ISBN: 979-12-5625-036-3]
Edizione a cura di Il Cuscino di Stelle (Pereto – AQ)
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Ebook
Prefazione
La genesi del carattere dissacrante che mi contraddistingue è di difficile datazione rappresenta uno dei migliori incipit letterari che abbia letto nella mia discreta seppur variegata carriera editoriale. Ci troviamo davanti a una raccolta di racconti di un’attualità disarmante, intrisa di quotidianità e ironia, situazioni grottesche mai romanzate e attinenti alle piccole complicazioni giornaliere.
La narrativa di Cioli è priva di roboanti fronzoli, il lettore viene preso per mano e accompagnato come un visitatore a una mostra di “navigazione contemporanea di una tipica giornata”, calcando le disavventure della protagonista sin dall’adolescenza. Emblematico è il racconto Dall’ottico.
Mi rivolgo ai portatori di occhiali, a chi ha affrontato il radicale mutamento dell’immagine facciale con l’inserimento dell’irrinunciabile sistema di lenti/stanghette, soprattutto se questo è avvenuto nel periodo scuole elementari/scuole medie, in un’epoca dove il concetto di style era in fase embrionale e si tentava di non rendersi ridicoli, da un giorno all’altro, al pretenzioso tessuto sociale circostante. Fastidio al setto nasale e nella parte posteriore delle orecchie, naselli appiccicosi, lenti continuamente ricoperte da impronte digitali, cadute rovinose e lenti graffiate. Personalmente ho vissuto tutto questo e dichiaro ufficialmente che le parole di Cioli hanno afferrato i miei ricordi, scrollandoli e accarezzandoli.
Ognuno trascina una valigia piena zeppa di esperienze personali e ricordi, eppure sono tanti gli aspetti che accomunano coloro che ergono a peculiarità – o subiscono – l’osservazione e la cattura dei dettagli, anche quelli minuscoli e di ardua constatazione.
Il secondo racconto preso in esame è La borsa di una donna, all’apparenza un’autentica spedizione nell’universo femminile. In realtà c’è molto di più, a prescindere dall’obsoleto stereo-tipo che narra della confusione all’interno di una borsa da donna, caratteristica che abbraccia la personalità della portatrice e le sue abitudini. L’oggetto in questione rappresenta l’espediente, lo snodo della narrazione. Una classica giornata lavorativa condita da numerosi appuntamenti e spostamenti, l’organizzazione e gli orari che corrono in “staffetta”.
L’imprevisto che si nasconde dietro alla parete dell’ampio corridoio della metropolitana, l’inatteso che si copre la bocca con la mano per non scoppiare in una fragorosa risata, il destino beffardo che si prende gioco delle nostre prospettive. Fondamentale l’apporto del “terzo”, lo sconosciuto che interagisce nella vicenda e mette a disposizione della protagonista il proprio ruolo nella società, sfornando consigli e rimedi dall’alto dell’esperienza professionale/umana maturata grazie agli innumerevoli incontri fatti giorno dopo giorno.
In conclusione, Duchessa è una raccolta che stupisce in dinamiche e coinvolgimento, che lascia poco al caso e convoglia il lettore senza fronzoli verso una visione da “porta accanto”, dove le vicissitudini altrui non sono così distanti dalle nostre.