Pagliaccio
Ho pensato a quanto trucco è sul mio viso, e quanto peso è, intanto, dentro il cuore, mentre ti accolgo con un docile sorriso quanto, ferocemente, in me l’anima già muore in un turbine di dubbi e di pensieri, avviluppata dagli artigli di Ragione che i propositi d’oblio, ch’erano ieri, vinta dal dolor, pur già ripone. Ho pensato a quanto estesa è questa parte ch’io recito da giorni e giorni ancora tanto da non saper
San Valentino
C’è un amore che non conosci ancora, e’ quello che è rimasto ad ammirarti come un bambino incantato da magia, e’ quello che silenzioso ascolta il tuo respiro mentre parli di ciò che ti allontana, è quello che siede al tuo fianco e medica le tue ferite, si prende cura di te, fin quando tu possa ancora prendere il volo. C’è un amore che non conosci ancora è quello che, segretamente nascosto nel profondo dell’anima,
Ti donerò fucili
Ti donerò, figliolo, i miei fucili, perché la guerra si esaurisca in gioco e tu non sia, da grande, tra quei vili vestiti di pace, ma celanti il fuoco. Ti insegnerò le strategie di agguati a tutti i mostri della fantasia, perché, finito il gioco dei soldati, Paura non insidi la tua via. E fingerò la morte in un sorriso, risorgerò, ridendo, sotto il fuoco del tuo fucile innocuo e quel sorriso trasformerà tanto dolore
La bambina morta
C’è una bambina mortadistesa sul mio cuorenella più bella veste avvolta,ornata di primule e viole. C’è una bambina mortad’innocenza disvelataStringe i capelli di una bambolache, come l’animo, ha graffiata. C’è una bambina morta,dolce ed esile, qual fioreattende che le doni sepolturaquale scrigno, nel mio cuore.
Desiderio
Si abbandonò sul prato, respirando il selvaggio del bosco. Non aveva desiderio alcuno se non la lontananza dalla falsità del cemento e del reale. Avesse potuto trasformarsi in ramo, in sospiro, in vento! Avrebbe osservato, sfiorato, volato tra i sibili delle foglie, spiato gli occhi scuri dei cerbiatti. Si sarebbe lasciata avvolgere tra le spire dei serpenti, invidiandone la capacità di gustare l’odore del bosco. Desiderava lasciarsi travolgere dall’innocenza dei sensi. Eppure gli occhi del
Azzardo
Vorrei giocare con la notte una partita a somma zero,immaginare di toglierle le vesti, una ad una come velo.Vorrei giocare con la notte, con lo sguardo di chi sfidae non teme la sconfitta, nè il silenzio, nè le grida. Vorrei giocare con la notte, vederla perdere e giacerequale uomo senza regole, dalle strategie leggere.Vorrei giocare con la notte, regalarle la vittoriaper gustare anche l’istante in cui l’oblio diventa gioia. Vorrei giocare con la notte nella notte di
Fiore di Pesco
FIORE DI PESCO Vorrei fiorire nuovamente, dopo aver combattuto contro gelo e il candore di una falsa neve, contro il gioco del tempo. Vorrei fiorire nuovamente, dopo l’inverno della vita, vincendo il legno duro del destino con la dolcezza della speranza. Vorrei fiorire serenamente, al primo stemperarsi di ragione viva nei miei colori, resistente nella mia esplosione delicata nella passione e regalarti poesia, come fiore di pesco.
Airone
Il sole si alzò lentamente, quasi contro voglia, aprendo gli occhi in una mattina di primavera, quando l’aria pizzica la nuova erbetta per farla svegliare. Avevamo da poco lasciato alle nostre spalle Monsummano e la strada si faceva sempre più deserta, le case si diradavano e noi continuavamo il nostro viaggio, mentre la Natura ci veniva incontro quasi porgendoci la mano. Era una sua promessa: se avessi avuto una buona pagella avremmo fatto una gita
Nonsense (3)
Voglio giocare con le parole, fino a farvi dimenticare il loro significato.Voglio coprirvi di nuovi suoni, fino a stordire la mente, mentre perdete il sonno cercando l’inizio di una filastrocca che non sembra affondare in alcun luogo, ma avvitarsi costantemente su se stessa ad un ritmo costante e mai troppo lento.. e mai troppo veloce. Smarrito è il senso, smarritala ragionenon trovo la trama di questo maglioneche avvolge la mente e toglie il respiroe la parola