Celeste Aida
Verona, 10 Agosto 2006
“Celeste Aida, forma divina,
Mistico serto di luce e fior,
Del mio pensiero tu sei regina,
Tu di mia vita sei lo splendor“.
Celeste Aida, mentre il cuore ripensa al nome così caro…
Apro gli occhi su un palcoscenico allestito all’interno di una parte di storia: l’Arena di Verona. Il tempo sembra esser cambiato, siamo in un secolo non nostro. Scenografia di un lontano Egitto più di trecento persone in abiti di scena.
E’ l’opera, la vera opera. E’ Musica, quella sublime. E’ coro, che pare di mondo non terreno.
Ma l’incanto si rompe, come una palla di vetro dai mille colori lasciata cadere sul pavimento. Si trasforma in frantumi.
All’orecchio giunge incalzante quel suono di tosse, grassa, e ancora.. Si ripete e non è più solo.
Risponde una gola lontana. Un canone umano, perverso. E di eco ancora tosse, dalle gradinate, un grasso signore, risponde un’esile anziana, un bambino, una donna.. uno starnuto. Non sento più l’orchestra..
Celeste Aida..
ove è la tua voce? Sento tossire, odo starnuti, ma non è nebbia nè incubo. Sopra di noi il cielo stellato, la luna.
Incalzante e vicino aumenta quel suono.. tosse.. tosse.. starnuto. Non odo orchestra. Percepisco in me quella voglia di ridere al contrappunto fisiologico del pubblico.
Aida, Celeste, Salute lontana.
E nella affannosa tua ricerca qualcuno si perde, stanco.
Si assopisce su quel suono d’orchestra che pare lontano, ma culla il suo sonno. Ringrazia il Tenore rispondendo al suo tema con un controtema di profonda russata.
Adesso io odo contrappunto di tosse e starnuti con voce recitante del sonno. Cos’altro può mancare in sì umana orchestra che pare scontrarsi e lottare con la melodia?
Niente.. o forse qualcosa.. si.. qualcosa di profondo e tonante, quasi tuono di tromba. Sì, “tuono”, non “suono” ma “tuono”.
Tuono di corpo, o dantesca trombetta di musicale terga. Ecco, mancava.
Mancava ma tosto si è fatta presente e all’acuto tenorile risponde il grave basso. Non voce. Sfintere.
Celeste Aida,
che gentile canti su melodie d’onorevole orchestra…
Così ti risponde un pubblico attento: alla sincope – uno startuno, ad un rallentando – un colpo di tosse…
Allo squillo di tromba…
la tromba del cul.