“Sei grande, direttore”
Ha colto di sprovvista, così sincero e pacato. Come un grido. Ma la reazione è mista ad uno strano pianto, quasi liberatorio.
Quella considerazione che giunge sperata ed inattesa. Muove pochi passi, quasi tremante, quel direttore che pareva un gigante nella sua musica, ed è così fragile al mondo.
Aveva vissuto nell’armonia di parole non sue, cui aveva ceduto la propria anima per alcuni minuti, raccontando le sue gioie ed i suoi dolori nascosti. Lasciando un messaggio al cuore di chi lo ascoltava, un messaggio gridato, ma senza parole.
“Sei grande, direttore“, continuava ad udire, mentre salutava con la compostezza che l’etichetta impone.
Ed aveva voglia di piangere