Quell’attimo che fugge tra le dita
Ne hanno parlato tutti. Poeti, scrittori, religiosi e senso comune.
C’è un attimo in cui la vita ti scorre tra le dita e sembra di essere avvolti dall’idea che tutto stia per finire.
E’ vero. Quell’attimo forse esiste. Ma te ne accorgi quando è ormai trascorso e ti è concessa la possibilità di raccontare.
L’ho capito dopo lo schianto che non ho sentito, dopo l’incidente che non ricordo. L’ho capito quando i soccorsi erano intenti ad armeggiare intorno alla barella, lavorando con congegni elettronici e maschere di ossigeno.
Ho compreso che era passato quell’attimo di cui tutti parlano, raffigurandolo come il momento in cui davanti agli occhi è proiettato il film della propria vita. Ho compreso che ero arrivata al cinema in ritardo e ne ho solo sentito parlare. Ma è stato meglio così.
Non cambia niente nella mia esistenza se non la certezza, ancor più consolidata, che tutto sia un dono: dal sole alla pioggia. Non c’è bisogno di spingere per ottenere chissà quale regno, nè procrastinare le gioie pensando che domani saranno più gustose.
Carpe diem, come hanno sempre detto dai tempi più antichi. Sia esso un cogli l’attimo o “datemi il pesce” come preferiva tradurre un vecchio caro compagno di scuola.