Sei tu il vento?
Un lampo, come nel più buio temporale, ha illuminato l’anima per un istante. Ho vissuto l’aria nella sua freschezza, percepito il sollievo. Come chi dal profondo del mare ha terminato il sospiro e brama la superficie splendente dell’acqua, ho alzato il volto verso il sole e steso le braccia.
Sei tu, forse, il vento? Quel soffio leggero che sfiora la pelle accaldata di vergogna della vita e lascia che tutto si plachi in silenzio?
Sei tu, forse, il vento? Quella spinta sicura che allontana le nubi dei miei pensieri per farne temporali lontani?
Ho cantato troppo spesso l’acqua che aveva raccolto le mie risa per farne pioggia lontana dal cuore, ho implorato troppo quell’onda che sussurrava lontani ricordi anelanti il silenzio. Non è più agitato questo mare, nè affaticato.
Cortese è la notte che accoglie l’affanno dell’uomo morente accendendo per lui una stella nel cielo, quale segno a chi resta nel mondo.
Dolce è quel vento che asciuga lacrime e pianto, scomponendo i veli di Madama Tristezza.
Sei tu, forse, il vento che profuma di vita quando giunge la fine del gelido inverno?
Le mie dita sono rami di rosa che vuole ancora fiorire.