Pasquino cede la parola a: Guido Gonella
Ciò che manca alla Costituzione
Costituzione significa anzitutto rinnovamento della dottrina dello Stato[...]; ma significa pure uno sforzo per tradurre i principi in norme. Questa è stata la grande e fortunata impresa della Costituente nella quale si è realizzata una sorta di ecumenismo politico, cioè una convergenza di ideologie, e pure concordi intorno a valori essenziali.
Questa convergenza è un fatto positivo anche se essa non può automaticamente escludere quelle divergenze interpretative che hanno permesso alla faziosità politica di mettere nel frigidaire questa o quella norma costituzionale, oppure di distorcerne il significato obiettivo.[...].
I progressi determinati sotto la spinta del dettato costituzionale sono davanti ai nostri occhi, e non hanno bisogno di elencazione. Semmai è alle sofferenze che porta nel suo seno il progresso civile e sociale che devono essere rivolti l’azione e l’impegno di quanti intendono restare fedeli al dettato costituzionale. QUeste sofferenze hanno la loro origine non tanto nelle contraddizioni e distorzioni della dialettica interpretativa, quanto nella natura stessa del progresso sociale. Più si procede e più si vede che vi è ancora da avanzare. E da ciò la perenne insoddisfazione del conquistatore, il quale comprende che vi è sempre qualcosa d’altro da conquistare. Più ci si innalza e più si allarga l’orizzonte nel quale spazia le nostra visione insoddisfatta.
Inoltre, il progresso costituzionale, come quello meccanico, ha pure i suoi sottoprodotti. Il progresso, anche quello del diritto pubblico, ci dà il motore che può fare procedere innanzi la comunità lungo le strade della civiltà e sulla via delle conquiste civili; ma ogni motore comporta un tubo di scappamento che semina miasmi velenosi. Un’ecologia morale si deve curare non meno di quella della natura.
Che cosa lamentiamo oggi nel nostro sistema costituzionale, pur così ben articolato e così insistente nella affermazione delle libertà civili?
Lamentiano di non aver determinato nel corpo sociale il superamento della scarsa coscienza della carta dei doveri che si deve sempre vedere in trasparenza dietro la carta dei diritti.
La Costituzione è un luminoso codice dei diritti fondamentali dell’uomo, ma nessun diritto si regge in piedi senza il dovere che è implicito nella rivendicazione giuridica. La coscienza sa che il dovere è sacrificio, è obbligo. Un obbligo che condiziona la libertà, la quale, di per sè, è sforzo di emancipazione da ogni condizionamento.
Il codice delle libertà costituzionali, robusto e compendioso nell’afermare le libertà civili e sociali, è apparso carnte di norme che garantiscano la coesistenza delle libertà e quindi la loro reciproca limitazione, la quale è condizione del loro essere e sussistere. Da ciò l’attrito tra le libertà, la permanente tentazione a negare una libertà con l’esercizio di un’altra libertà; attrico quotidiano che turba l’organismo democratico, in cui vi è non tanto un dispotismo che opprime la libertà, quanto una libertà che non si coordina con altre libertà, un diritto che non si subordina ad un dovere. [...]
da Idea, maggio 1974
Guido Gonnella