Un Testamento
C’è una storia che le mia dita vorrebbero narrare ogni volta che scivolano sulla tastiera.
E’ una storia semplice, che si svolge tra le dita di una bambina che stringeva nelle mani sogni di ogni colore. Amava la pace ed i sorrisi, prediligeva la tranquillità e il vento fresco della notte d’estate, quello che pizzica il naso, mentre il silenzio viene rotto dal battito di ali di uccelli solitari.
Quella bambina si dilettava a sfiorare tasti di un pianoforte lasciando scivolare coriandoli durante le sue corse. Perchè la musica fosse colore con cui riempire i silenzi tra sguardi che non sanno parlare.
Si credeva fata in quei momenti, immaginava cinque bacchette magiche al posto delle dita: con un gesto poteva smuovere il mondo, senza che la realtà ne fosse apparentemente intaccata.
Non era superbia, perchè innanzi a quello strumento scuro pensava di non saper suonare, ma era la sua scatola misteriosa, il suo regno: lo specchio di una nuova Alice che le permetteva di vivere in una realtà contraria fatta di sincerità e palesarsi di sentimenti senza timore.
Poi la vita ha oscurato specchi e sogni, e quando la bambina si è trovata faccia a faccia con la sua stessa morte che si presentava con gli abiti di se stessa adulta ha lasciato un testamento nel suo cuore.
Sarebbe vissuta ancora, per cantare la voglia di vivere e la speranza, avrebbe giocato trattenendo le sue stesse mani nel riflesso dei tasti di un pianoforte suonato dal suo essere ormai adulto.
Parla ancora, nel mio cuore, gridando speranza e voglia di lottare.
Vive quella bambina, nelle mani che sfiorano il mio volto ogni volta che scendono lacrime per un sogno che si allontana, ogni volta che altre realtà si impongono al mio presente.
Ho in eredità le sue speranze ed i suoi sogni, tramanderò a chi potrò incontrare la forza del credere che è possibile cambiare il mondo con un sorriso.
E se saprò trasmettere serenità con quel sorriso che mi ha lasciato in dono,
non avrò vissuto invano.