Vita
Impresso è nel mio cuore il tuo sguardo quasi pietrificato, mentre un mezzo senz’anima demoliva le mura dei tuoi ricordi.
E mentre tutto crollava accompagnato da un urlo sommesso di pietre su pietre tu rivedevi ancora tuo padre quando, ancora giovane, ti insegnava a prendere quei sassi, uno per uno. Ti insegnava come porli assieme in modo da poter essere resistenti al tempo. Ed avevano resistito.. più di cinquanta anni.. ed avrebbero resistito, ne non fosse sopraggiunto quel tradimento umano.
Il tuo sguardo non mostrava dolore, nè rabbia.. mentre i miei occhi ragazzini già piangevano perchè vedevano accartocciarsi quelle mura dove mi avevi insegnato a rialzarmi dopo essere caduta. Perdevo quei supporti, i miei spazi… quella stanza che avevi costruito con fatica per mesi, soltanto per me.
Perdevo tutto. Perdevo anche la mia storia, la sua concretezza, quel riferimento certo e stabile che aiuta ad affermare "Questa è la mia tana", come fossimo animali. Ma forse lo sono…
La mia casa è intatta, ma non nel cuore. Resta quel domicilio elegante ove nacqui e trascorsi i miei anni educata come una ragazzina che si rispetti…ma non ho più il mio scantinato dove correvo sino a farmi mancare il respiro, ove gattonavo in cerca di un pallone. Non c’è più la cantina dove andavo a scavare con mio padre per imparare a piantare i pomodori, nè dove mi insegnò a soccorrere gli uccellini caduti dal nido…
Non c’è più niente, solo il ricordo. Immagini di un film e la confusione di aver sognato o vissuto quegli anni.
C’è una elegante moderna palazzina ove è rinata una vita altrui sulle macerie della mia esistenza, ma quando giunge il tramonto non vedo cipressi o ben tenuti giardini. Nel mio cuore torna il fuoco e la polvere di ciò che non ho più.