Onest
E’ un freddo giorno di festa, il vento pare intenzionato a tagliare le vesti, mia madre è intenta a combattere a colpi di scopa ribelli foglie mosse dal vento, che giocano e le girano attorno e tornano nel luogo ove non dovrebbero stare.
Intorno è silenzio, non siamo più bambini, non c’è più calze da riempire con dolci o carbone. Ognuno è altrove, in compagnia di se stesso. E’ festa… non pare.
Una vecchia auto, una Fiat di sapore lontano entra nella via e si sofferma casa per casa. Scende un anziano signore, un cappello di lana consunta cerca di proteggere il disadorno capo dal gelo.
Ha freddo. Cammina come colui che, bambino, giocava con zappa e rastrello.
Nessuno risponde a chiamate inattese, tanto siamo stanchi di giovani insistenti che offrono contratti muniti di saccenza e maleducazione… e nessuno risponde a quel vecchio che bussa casa per casa.
Ma mia madre è in giardino e quella camminata stanca le fa stringere il cuore. Giunge al nostro portone "Signora… sono il contadino…".
Mi incuriosisco, ma non voglio farmi vedere, resto coperta dietro il portone. "Signora, la vuole la verdura dell’orto?". Mia madre si avvicina, lo ascolta
"Sono un contadino,… ho tanta verdura. L’è bona sa, la curo proprio io… ma è tanta quella dell’orto… la porto a chi la vòle… qui c’è du’ signore… la vole anche lei?"
Mamma prova a resistere "Siamo solo in due, non abbiamo bisogno di tanto…"
"Ma la mia l’è roba bona…. la curo proprio io…"
Le porge un foglietto, dove una mano tremante più di vergogna che di vecchiaia ha scritto:
"Carrote € 1
Cardoni € 1,2
Ova € 1
….
Salata (non si comprende)
Odori Omaggio"
"L’è tutto del mi’ orto, Signora…" e non la ossserva in viso, troppa è la vergogna di trovarsi, anziano, a vendere quel poco che resta dell’orto per poter ricavare qualcosa senza dover dire apertamente che forse ha freddo, ma non c’è più soldi per pagare la legna.
Mia mamma non riesce a resistere, la vedo con le lacrime agli occhi, accetta di acquistare qualcosa "Ma solo queste poche cose, noi siamo solo due.. io e mia figlia"
L’uomo alza lo sguardo per la prima volta, ringrazia quasi con un inchino.
"Grazie, signora, grazie… allora torno lunedì con la verdura…
La glielo dica alla su’ figliola che vengo e sono il contadino..
La glielo dica… sa,
coi tempi che corrono,
‘un c’è da fidassi ad aprire a nessuno"
(Immagine Lazzareschi)