Befana
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con le toppe alla sottana,
ecco Arriva la Befana!
Non riuscivo a prendere sonno questa notte e mentre mi giravo nel letto come uno spiedo sul fuoco ho sentito come una vocina di bambina.
Erano i miei ricordi… subito quella voce si è sommata in duo con un’altra più matura ed ho riconosciuto mia nonna, ho sentito il tocco delle sue mani.
Ho rivisto innanzi ai miei occhi il corridoio di camera, nonna che mi teneva per mano per accompagnarmi al piano di sotto mentre ancora insonnacchiata canticchiavo con lei questa cantilena.
Ho cercato di serrare i miei occhi, perchè quell’immagine non andasse via, mi sembrava di rivivere il calore del caminetto acceso, il profumo del ciocco di olivo che scoppiettava.
Da troppo tempo quel caminetto è spento, non più fiamma che scalda ma vento gelido che cristallizza il dolore è ciò che dona il focolare.
Cara Befana che vieni di notte, fammi ritrovare quel carbone!
Non importa che sia dolce come lo scherzo per un bambino, lascia che sia anche carbone vero, che mi sporchi le mani ed il viso, ma che sia frutto di un focolare di nuovo acceso, come l’illusione di una vita che torna.