Vorrei sentire ancora l’odore di legna bruciata che arde nel camino
Sempre la solita sveglia, anche questa mattina, ha interrotto il mio sonno e come ogni giorno mi sono destata, ho "inforcato" le ciabatte da uomo che avevo ordinatamente lasciato sopra lo scendiletto per andare ad incontrare nello specchio un’immagine di non ha proprio desiderio di affrontare una nuova giornata.
Sempre la solita sveglia, sempre le solite frasi,…
Una routine: alzarsi, scendere in cucina, fare colazione assieme al coniglietto cui hai dato una foglia di insalata mentre si stiracchiava dopo essersi svegliato… Rimanere sotto il suo sguardo incuriosito, come di colui che si interroga sul perchè devi usare tante tazze quando è così facile tenere il mangime in una sola. Osservarlo mentre si strofina il musetto e sbadiglia ancora incredulo del fatto che questi "soli elettrici" si accendano senza albe e tramonti, ma solo con il gesto di una mano su un interruttore.
Mentre con un biscotto tentavo di dividere il latte come fosse un mar rosso ho sentito un improvviso desiderio. Quasi un istinto d’animale. Mi è caduto lo sguardo sul calendario che se ne sta appeso in cucina con i suoi giorni rossi e neri ed ho realizzato la data "17 dicembre".
Come un lampo mi è tornato alla mente di quando, bambina, lo sguardo mi fuggiva nello stesso punto della cucina. All’epoca me ne stavo seduta al tavolino, con tutti i miei ciottolini. Il babbo preparava il "caffellatte" con l’orzo e mi faceva trovare i biscotti del mulino (con tanto di sorpresa) al lato del piatto.
C’erano le tovagliette gialle.. e le posate…
Il mio sguardo volava su quel calendario e "contava" i giorni che separavano dal giorno di natale… in casa già si sentiva l’odore della legna di olivo che ardeva nel caminetto e faceva compagnia con il suo scoppiettare. Quasi parlava, borbottava, si arrabbiava… e poi taceva di nuovo per poi ricominciare ancora…
C’erano le luci dell’albero che illuminavano il corridoio e la musica meccanica delle canzonette di natale.
E l’aria aveva, per me, un altro odore. Più pungente, forse, ma più caldo…
E’ stato un pensiero, un ricordo così vivo che per alcuni istanti quasi ho creduto di viverlo ancora.
Poi sono tornata in me… stavo cercando di dvidere il caffè con un biscotto… mentre facevo colazione in piedi, con la valigia poggiata a terra e le chiavi dell’auto nell’altra mano.