Aria di Natale in “via del Corno”
C’era una volta una magica armonia in "via Del Corno", inziava proprio l’8 di dicembre. Era un particolare fermento che trasformava completamente l’aspetto della via…
Il primo a cominciare era sempre nonno Enea: dopo aver delegato alla moglie la pulizia del terrazzino, si accingeva a stendere una fila di luci colorate. Ed era un rituale, un calcolo infinitesimale per cui -alla fine di tutto- sull’angolo più esterno, rivolto verso la nostra facciata avrebbero trionfato la palla blu, poi quella verde ed a contatto con il muro quella rossa.
Seguiva l’addobbo della magnolia della villetta d’angolo che, per l’occasione, si trasformava in abete per un mese e si colorava di luce e della sua stella.
Poi tornavano le luci ai balconi delle altre case e del "palazzone", i cui condomini si sfidavano con le frequenze di intermittenza.
L’unico balcone che non aveva luci era il nostro… ma c’era un albero che faceva capolino dalla finestra, compensando l’austerità dell’esterno.
Era una magica armonia quella di "via del Corno", si respirava il Natale e se avessimo prestato bene attenzione sarebbe giunto ai nostri orecchi anche il tintinnio di quella slitta che passava di casa in casa per noi ragazzi, portando quei giochi che ci avrebbero uniti nei giorni successivi, fino a quando non sarebbero tornati i compiti e le campanelle della scuola.
E c’erano tante voci in quella via… la signora del secondo piano che urlava "Guido" per metà giornata, nonno Enea che chiamava la sua "Maria", le canzoncine di natale che fuggivano dalle luci degli addobbi… e quell’odore di fuoco acceso e di legna che scaldava il cuore.