Il ritorno di Pasquino: Lezione 2 = L’Italia Vietata dall’assenza di un popolo
Pasquino cede la parola (anzi la tastiera) a:
Ettore Rota
L’ITALIA VIETATA DALL’ASSENZA DI UN POPOLO
Coscienza geografica e senso delle frontiere
Per molte cause, d’antichi tempi, e queste accessibili al controllo della critica, il nome Italia afferma i suoi antichissimi titoli di civiltà.
Roma ebbe chiarissimo il senso della frontiera a cui fece sempre ragguardevoli sacrifici, rinunciando, per la sicurezza dei confini, anche ai suoi più tenaci orgogli di città privilegiata. Essa organizzò, sempre con molto zelo, anche quando crebbe a Impero, in paesi lontani dall’Italia, una regolare difesa dei propri confini. Saldamente allaccià insieme le parti interne d’Italia con la dirittura delle strade; ma ancor più saldamente fortificò le zone periferiche con un ferreo sistema di colonie-caserme collocate nei punti più aperti alle incursioni nemiche, cordone strategico trincerante le linee più avanzate della conquista e vigile richiamo di conquiste ulteriori. Questo lavoro procede gradatamente ma metodicamente.
Roma provvede di salde mura i fianchi della sua prima grande casa, l’Italia. Così dalla colonia di Eporedia o Ivrea (634) dominante il passo occidentale delle Alpi, fa riscontro dal lato opposto Aquileia (571) dominante l’entrata orientale. Roma ebbe chiara coscienza, ancor prima che ne fosse sollecitata da incursioni barbariche, della convenienza di assicurare la linea padana varcando la cresta delle Alpi quanod i popoli Alpigiani erano tuttora liberi. E pur avendo già in Marsiglia una potente alleata nella zona tra Alpi marittime e Pirenei, si mise presto sulla via della conquista transalpina (629) internandosi nelle valli della Durance e dell’Iser molti anni avanti che si attuasse il grandioso disegno di Cesare in Gallia. Da pochi anni aveva pur tentato sull’altro versante, per proteggere l’Adriatico, la penetrazione della Dalmazia e, più a nord, l’insediamento nella Carnica e nel Friuli. Roma crea la cornice mentre ancora si svolge faticosamente la composizione del quadro, perchè attratta ad agire entro un ampio orizzonte politico per suggestione della vasta e difficile frontiera italiana.
Ma questa coscienza geografica di un complesso italico si vastamente inteso, durò fatica ad essere integrata da una coscienza morale e politica con direttive egualitarie.
Roma compose intorno a sè leghe di alleati, ma non fu tratta da un proprio impulso a concepire l’Italia come un solo Stato, spezzando il cerchio di privilegi di città dominante entro il quale si era rinserrata come in un inviolabile santuario.