Nonna Lina
Nonna Lina,
Dal tuo letto di ospedale, con la gamba rotta. Urli e cerchi aiuto chiamando a gran voce chi non è al tuo fianco.
Nonna Lina,
la tua lunga vita ti ha insinuato la paura che essere lontana da casa, in un letto non tuo, circondata da giovani donne vestite di bianco o di verde, sia l’anticamera per un addio.
Eppure i tuoi occhi hanno una vita scintillate, la favella toscana scivola tra i resti della dentiera, tra una “Madonna” ed un “Babbbino“. Vuoi considerazione.
E mentre simuli il lazzo con il catetere che hai trovato nel letto, mettendo in agitazione altri tre degenti compagne di stanza, ti lasci sfuggire un commento che risuona nel reparto con una voce innocente e scura di un bambino:
Mamma, dove mi hai mandato? A casa i mì polli mangiano meglio.. Dio bonino!