Sora Rosa

Sòra Rosa, del secondo piano, gli anni ormai non si contano se non tra gli anelli del pesco piantato in giardino secondo la tradizione: per la nascita del primo figlio.
Oggi quel pesco è in fiore. Non voi. Anche se di fiori è il vostro sguardo, ormai ingenuo, come bambino.

“Buongiorno!”
Ogni mattina giunge la vostra voce, mentre mi sveglia il caffè sul balcone.
“Ho letto sul giornale…“ e mi illustrate le nuove faccende del mondo.
Poi, in vestaglia, scendo in giardino
“Buongiorno!” e rispondo di nuovo
“Ho letto sul giornale“.. di nuovo mi aprite la mente su un’attualità un pò strana.. già conosciuta.
Mi porgete il foglio trovato nel cesto dei rifiuti differenziati, porta la data di due mesi fa.
“Sa, che pensiero! L’ho trovato proprio davanti alla porta“.
Sorrido, non voglio turbare la vostra illusione.

Esco, è l’ora del treno che sbuffa anche se fatto di modernità, ma voi non riconoscete la stessa persona
“Buongiorno“, e rispondo -di nuovo- ma sono già stanca.
Vi osservo mentre appendete il bucato, stracci e vestiti, un calzino, una sottoveste, un paio di slip, un calzino -ancora- ma di altro colore.
Portate scarpe consunte e mai uguali, sul filo dei panni ci sono vestiti ormai cotti da giorni di vento e di sole.

Soffrono le vostre piante per acqua che non giunge, vive il pesco per volontà o strano destino.
Cadono dalla vostra cesta altri stracci, ma non vi accorgete.

Affrettate il passo verso il cancello, ove fra qualche istante vi incontrerò di nuovo e già annunciate:
“Che mondo… sapesse…
Ho letto sul giornale….“